lunedì 6 febbraio 2012

tantibbirddeiattèèèè

sabato ricorreva il quarto compleMonsta.
I piccolini refrattari allo tsunami virale si sono fatti sventolare a meno due gradi scarsi fino al punto di festeggiamento. Un inchino di cuore al coraggio, o alla disperazione dei genitori, che pur di espellerli dalle claustrofobie domestiche hanno accompagnato gli adorabili guastatori al circolo ex combattenti del quartiere, dove una saletta locata inghirlandata di palloncini aspettava l’impavida invasione,  sfrattando gli abituali avventori, onesti pensionati,  guadagnatisi al fronte la pomeridiana pace di una mite briscola e due gotti di giancu lontano dalle coniugali petulanti faccende di pattine e soffritto.
mrsHyde si domanda ancora, trascorse 48 ore dalla bolgia di strilli, stelle filanti e focaccine contundenti, se non sia stato tutto un sogno.
Se pure dalle memorie appannate dei combattenti,  oltre alle fulgide medaglie e ai lampi di polvere da sparo, possano esserci pari flashback di lotte fratricide, risse e tradimenti per una trombetta e assalti partigiani al buffet.
L’evidenza di un piccolo tesoro di nuovi giocattoli impilati in soggiorno conferma l’avvenuto bellicoso festino.
E rammenta a mrsH la necessità di adottare una strategia più efficace per l’anno venturo: contingentare severamente il flusso di regali che richiedono l’intervento materno per comprenderne il funzionamento.
In realtà ci fu un Natale, tempo addietro, in cui si persero le tracce di tre pecore e si seccò il muschio del presepe dei nonni per quel che uscì dalla bocca di mrsH alle prese con un triciclo da montare, da lei stessa proprio medesima acquistato.
Ma si sa, il tempo cancella le sofferenze...
Anzi, l’entusiasmo per certi gadget infantili dopo una certa età assume connotazioni di sincero rincoglionimento, una sorta di rigurgito di onnipotenza giovanile, con anacronistica sopravvalutazione dei propri limiti.
Sicché oggi la sfida assume le sembianze infami di un aggeggio definito transformer che mi guarda torvo dal tavolo in cucina.
La scatola recitava : difficoltà intermedia.
Sono quasi certa che non ci fosse indicato il grado necessario di parentela con un laureato in ingegneria, o titolo di studio equivalente.
Temprata da quasi quattro anni di prova quotidiana di chiusura cinture di sicurezza del seggiolino auto, e tre traslochi in solitaria all’attivo, pensavo sarebbe stato sufficiente leggere le istruzioni.
Riposto il paio di cesoie da siepe atte a liberare l’oggetto dalle reggette in titanio mascherato da materiale plastico, sotto l’occhio vigile e le falangi impiccione del mio convivente in stato di evidente esaltazione spaziale sfiliamo il foglietto.
Si dispiega sbigottito un origami esplicativo equivalente a sei episodi di fotoromanzo muto in bianco e nero.
Nel tempo che occorre per mettere a fuoco la parte corrispondente al disegno, ci si è scordati il tipo di movimento e pressione mimato da laconiche e sibilline freccette che bisogna imprimere all’oggetto per ripiegarlo da robot antropomorfo ad automobile e viceversa.
Roba da pazzi.
Ma ai nervi e ai complessi di inadeguatezza dei genitori non ci pensa nessuno?
mrsH ha onorevolmente glissato sulla sua frustrazione, operando efficaci manovre di distrazione e mantenuto alto l’onore di fronte a zeMonsta dedicandosi invece alla sistematica esplorazione dei suoi nuovi bakugan, richiudendoli tutti senza parolacce, perlomeno ad alta voce.
In cuor suo è consapevole, però, che questa non è una resa, come quando esasperata staccò e riposizionò gli adesivi al cubo di rubik.
Una di queste sere, quando zeM starà dormendo, mrsH si prenderà la sua rivincita su Bumblebee..


Nessun commento:

Posta un commento