venerdì 24 febbraio 2012

tramezzino educativo

Tempo fa  Katsuwonus Pelamis , un giovane squamoso di belle speranze ma duro d’orecchi, se la nuotava spensierato dalle parti dell’oceano Indiano, zone FAO nn. 51 e 57 (o dell’oceano Pacifico, zona FAO n.87), in cerca di qualcosa da fare sul fondo invece di dar retta a sua mamma.
Incappò in una rete a sciabica, e finì confezionato in atmosfera protettiva con tracce di crostacei e soia, tra due fette di pane alcolizzato, olio vegetale, uova, aceto di vino, succo di limone, sale, zucchero, senape, gomma di xantano e sorbato di potassio a lordare entro e non oltre il 22.03.2012 giacca, sciarpa e una gamba del  jeans di una famelica femmina umana con l’altra  mano sul volante in attesa del verde e un vocabolario da scaricatore, ulteriormente peggiorato dalle informazioni sul valore energetico.
Quindi ora tu fai come ti dico, non ti muovere e aspettami qui.  

martedì 21 febbraio 2012

codice familiare


interno orario quasi commestibile,  zeM se la gioca al tavolo coi suoi nuovi fidanzati, i prezzolati pattumeros.
la televisione parla da sola.
msH ascolta tutto e intanto discute di massimi sistemi coi fornelli.

zeM "agiuto! agiuto! i bambini! (l'occhio sulla nuca di msH identifica i suddetti schifosi di gomma sparpagliati) agiuto! la luce del space monsta..ehyes.. le manestre... vienite qui bambini!.. agiuto..  catchow!! ohnoo! ...  sono mortissimi.. ehyes! agiuto! emergency!.. vroom... ecco il papà! (il sopracciglio sarcasticamente incuriosito intravvede un modellino di Ferrari rossa fiammante che si avvicina sinuosa al luogo della tragedia consumata sulla tovaglia...) ehi ciao papà! ....agiuto!.. oohnooo! spacemonsta!....mamy presto: to the rescue, eh!!! ...mamycomehere!!! (grande gongolazione soddisfatta di super msHyde...)

orrore!!! : spunta quella cicciona dell'autopompa dei vigli del fuoco, che salva tutti e lascia il posto alla cena.
sbriciolando qualsiasi eventuale velleità di rombante eleganza d'epoca ..

lunedì 20 febbraio 2012

baratti

mrsH beneficia della compagnia di 4 ragazzi tra i 26 e i 40 anni come colleghi d'ufficio.
l'innegabile privilegio di poter studiare la linearità del linguaggio e il funzionamento del cervello maschile si unisce alla comodità di non dover dedicare troppa fantasia mattutina alla competizione su frivolezze estetiche e delicatezza per la suscettibilità mensile che la compagnia femminile in ambienti di lavoro inevitabilmente comporta.
questa mattina metà della refurtiva dolciaria trafugata nelle ultime 48 ore tra pentolacce e festini vari è stata equamente elargita ai giovanotti per far fronte al lunedì.
in ritorno mrsH si è vista posare sulla scivania un bacio perugina, misura grande.
mrsH ha da tempo smesso di combattere i sensi di colpa per il cioccolato, abbandonandosi alla gratificante somministrazione quando occorre.
non si domanda troppo come sia arrivato e manco cosa vada a compensare.
masticandolo però si domanda per quale nocciolato motivo le tocchino prese per i fondelli mediorientali che zufolano :  "l'amore non dà altro che se stesso e non prende niente se non da sè"

festizia

non esitono più le mezze misure.
nelle ultime 72hr siamo passati dal placido confino domiciliare per glaciazione al vagabondaggio carioca compulsivo.
la ridda mnemonica rigurgita oggi a intervalli irregolari - tra una somministrazione di caffeina feriale e l'altra - schiamazzi di pricipesse paonazze e sovrappeso che brandiscono bastoni, gragnuole di zucchero, secchiate di coriandoli, fatine tristi con la bacchetta spezzata o la torta in terra, un esercito multiforme di spidaman più o meno palestrati e accecati dal collasso delle mascherine, inseguiti da nugoli di mamme minacciose con giubbetti sottobraccio, frittelle o fazzoletti, animatrici col trucco spiegazzato e le alucce ignorate, tamburini giallo-verdi con la faccia da commessi della rosticceria, pirati col pitbull, fidanzate con le cornine rosse.

ma l'8 marzo è per le genitrici che sopravvivono al carnevale?

mercoledì 15 febbraio 2012

dove osano le aquile..

Interno molto antimeridiano infrasettimanale.
MsH  sta gradualmente riprendendo contatto con l’universo,  seduta al tavolo lotta con l’ingobbimento notturno ancora incredulo che sià già ora di tornare sul ring, e intanto si vendica sulla produzione di pallini di pelucchi di una manica della vestaglia antistupro. Siamo solo al primo caffè appena iniziato.
ZeM si materializza  a complicare le rotazioni orbitali. Petulante.
Si vede che San Valentino infastidisce anche lui.
Si arrampica inquisitore a reclamare la sua dose di coccole contundenti.  
zM “hey!? mamy why you here? Why you downstairs?”
(le zone giorno e notte a casa nostra  sono su due piani differenti)
msH “ hello baby, I’m here because I’m having my breakfast”
dissimulare lo sforzo sovrumano necessario a trasmettere buonumore certe mattine varrebbe da solo un oscar di platino.  Invece  si vince  un promemoria scribacchiato a penna sul calendario per riprendere la somministrazione del magnesio.
 msH “Did you sleep well? You don’t look very happy with yourself.”
zM “mamy, I go to school now?”
msH accusa la seccante  sensazione che esista una versione meno nota del “Giorno della Marmotta”
un’imprevista (…?) tempesta di riso soffiato caramellato interrompe l’interrogatorio.
zM “catchilo!”
è gratificante sapere che c'è qualcuno che crede che sotto il tuo pigiama di flanella orsettata si celi un supereroe in grado di fermare con la forza del pensiero una scatola di cereali da colazione aperta che ha inavvertitamente (..?) preso il decollo alle sette meno qualcosa dal bordo del tavolo.
 Zm “oh!” – pausa – “ Mamy posso see telivision?”
MsH non credeva ai supereroi, finchè non si è trovata ad avere a che fare con un figlio.
Provvede alla velocità della luce alla sistematica rimozione di tutti gli oggetti nel raggio di un metro da zeM.
msH “ no-way-Josè! Before you sneak off, you’re gonna help me clean up the mess here little man!”
L’orologio a parete soprintende rassegnato al solito ritardo.
Un  esploratore  scrupoloso sotto il tavolo reperisce e suddivide: svariati proiettili di riso soffiato appiccicoso, un po’ pelosetti, tre coriandoli artigianali, un pinguino senza piedi, una farfalla al pesto tassidermica, una piccola vite, gnocchetti di pongo grigietto-marronschifo..  Il pavimento originale, in graniglia – una geniale invenzione per chi non soffre di comportamenti ossessivo massaio-igienico-stracciferi  - è un inferno mimetico per il cercatore, pena rassegnarsi ad appoggiare la guancia in terra a esaminare con un occhio solo eventuali sagome protundenti.
zM “trovatolo! Mamy look, io trovato, ehyesss! Mamy, myliccleschifezzaworm!”  
Esibisce garrulo pregiato reperto : piccolo verme di gomma, introdottosi in casa al seguito di qualche altra porcheria, mancante all’appello da qualche giorno.  
msH agguanta la scopa e mette sommariamente fine alla caccia.
zM appollaiato sulla sedia se la canta trionfante, il lombrichino redivivo sullo schienale danza la gioia del suo fortunato ritrovamento.
msH vola al piano di sopra a prepararsi  al resto del giorno che l’aspetta, un chicco di riso soffiato attaccato al gomito.

martedì 7 febbraio 2012

the street of fallin'ladies


There is a street in my old town
They call the Slippy One.
It's been the ruin of many high heeled girl,
And ladies too, at least one.
I’m glad I listened what Mama said,
When leaving home today.
Being so young and foolish, poor boy,
Would’ve spun as a bayblade on a tray.
Go tell my neighbours quick hurry on
Never to trust the ice like I have done
To walk on frozen streets in my old town
You’ll slip the whole way down.
My mother, she's my saviour,
She grabbed at my blue jeans.
My neighbour, she just skid past us, oh Lord,
Flat on her backside, away she rolled.
The only thing that stopped her
was a weed patch down the road.
So then we went to pick her up
Beware of the same destiny
all bruises and murky streaks,
Helped the poor lass get on her feet
‘tis a pleasure we get out of life
picking up ladies recently.
One tripped’a turnin’ on her platform shoes
And the other one slid on the icy street,
I'm gonna watch my step I promise now
I swear that, Mama, I will.
Going to school and back in my old town,
I believe you, no more shall I run, no.
Don’wanna sprain an ankle’n’spend the rest of my days
Regretting being a bandaged nincompoop.

lunedì 6 febbraio 2012

tantibbirddeiattèèèè

sabato ricorreva il quarto compleMonsta.
I piccolini refrattari allo tsunami virale si sono fatti sventolare a meno due gradi scarsi fino al punto di festeggiamento. Un inchino di cuore al coraggio, o alla disperazione dei genitori, che pur di espellerli dalle claustrofobie domestiche hanno accompagnato gli adorabili guastatori al circolo ex combattenti del quartiere, dove una saletta locata inghirlandata di palloncini aspettava l’impavida invasione,  sfrattando gli abituali avventori, onesti pensionati,  guadagnatisi al fronte la pomeridiana pace di una mite briscola e due gotti di giancu lontano dalle coniugali petulanti faccende di pattine e soffritto.
mrsHyde si domanda ancora, trascorse 48 ore dalla bolgia di strilli, stelle filanti e focaccine contundenti, se non sia stato tutto un sogno.
Se pure dalle memorie appannate dei combattenti,  oltre alle fulgide medaglie e ai lampi di polvere da sparo, possano esserci pari flashback di lotte fratricide, risse e tradimenti per una trombetta e assalti partigiani al buffet.
L’evidenza di un piccolo tesoro di nuovi giocattoli impilati in soggiorno conferma l’avvenuto bellicoso festino.
E rammenta a mrsH la necessità di adottare una strategia più efficace per l’anno venturo: contingentare severamente il flusso di regali che richiedono l’intervento materno per comprenderne il funzionamento.
In realtà ci fu un Natale, tempo addietro, in cui si persero le tracce di tre pecore e si seccò il muschio del presepe dei nonni per quel che uscì dalla bocca di mrsH alle prese con un triciclo da montare, da lei stessa proprio medesima acquistato.
Ma si sa, il tempo cancella le sofferenze...
Anzi, l’entusiasmo per certi gadget infantili dopo una certa età assume connotazioni di sincero rincoglionimento, una sorta di rigurgito di onnipotenza giovanile, con anacronistica sopravvalutazione dei propri limiti.
Sicché oggi la sfida assume le sembianze infami di un aggeggio definito transformer che mi guarda torvo dal tavolo in cucina.
La scatola recitava : difficoltà intermedia.
Sono quasi certa che non ci fosse indicato il grado necessario di parentela con un laureato in ingegneria, o titolo di studio equivalente.
Temprata da quasi quattro anni di prova quotidiana di chiusura cinture di sicurezza del seggiolino auto, e tre traslochi in solitaria all’attivo, pensavo sarebbe stato sufficiente leggere le istruzioni.
Riposto il paio di cesoie da siepe atte a liberare l’oggetto dalle reggette in titanio mascherato da materiale plastico, sotto l’occhio vigile e le falangi impiccione del mio convivente in stato di evidente esaltazione spaziale sfiliamo il foglietto.
Si dispiega sbigottito un origami esplicativo equivalente a sei episodi di fotoromanzo muto in bianco e nero.
Nel tempo che occorre per mettere a fuoco la parte corrispondente al disegno, ci si è scordati il tipo di movimento e pressione mimato da laconiche e sibilline freccette che bisogna imprimere all’oggetto per ripiegarlo da robot antropomorfo ad automobile e viceversa.
Roba da pazzi.
Ma ai nervi e ai complessi di inadeguatezza dei genitori non ci pensa nessuno?
mrsH ha onorevolmente glissato sulla sua frustrazione, operando efficaci manovre di distrazione e mantenuto alto l’onore di fronte a zeMonsta dedicandosi invece alla sistematica esplorazione dei suoi nuovi bakugan, richiudendoli tutti senza parolacce, perlomeno ad alta voce.
In cuor suo è consapevole, però, che questa non è una resa, come quando esasperata staccò e riposizionò gli adesivi al cubo di rubik.
Una di queste sere, quando zeM starà dormendo, mrsH si prenderà la sua rivincita su Bumblebee..


mercoledì 1 febbraio 2012

postumi e deliri

zeMonsta è caduto eroicamente.
No, non l’ho spinto io.
Alcuni popolari virus che ha conosciuto all’asilo l’han inseguito fino in casa: gl’hanno tappato il naso, gli han spremuto lo stomaco (e pure più giù), l’han schiaffeggiato di tosse, fatto limonare duro coll’aerosol.
Dalla lotta che ne è seguita hanno avuto la peggio le mie notti a recar catini, la mia vita sociale da monatto e il mio budget babysitter.
Ma ne escono malaccio pure il tappeto che sfoggia un nuovo tatuaggio color pesto vomitato, la tv lobotomizzata dalla maratona di cartoni incluse le repliche e la lavatrice che dopo gli straordinari non retribuiti  del  fine settimana è rivolta al patronato Indesit.
Sicchè al momento il convalescente sta spassandosi una dueggiorni da dittatore sudamericano espatriato presso i nonni.
Nonni che peraltro vantano anch’essi un fulgido passato di genitori da mestolanza di legno spezzata sulle reni filiali, poi insabbiato da una sopraggiunta conciliante senilità e soppiantato dalle palette di design in resina,  o dal telefono azzurro.

Riappropriarsi a sorpresa della casa per la quale stai pagando un mutuo ventennale per assicurare un tetto al cagionevole graffitaro parcourista che te l’ha espropriata è come finire in una dimensione parallela. L’occhio registra le abituali immagini di devastazione domestica, ma l’esaltazione neuronale del contenuto della tua teca cranica improvvisamente alleviato dal multitasking quotidiano  inibisce la trasmissione di comandi agli arti.
Sei pietrificata dalla felicità.
Sei così felice che non sai cosa fare prima.
L’inventario dei sogni di dissoluta depravazione che hai covato dai tempi della cresima ti scorre davanti a velocità inafferrabile.
Ma siccome le fortunate occasioni di libertà cadono con perversa puntualità in giornate tipo il martedì, e fuori nevica - a Genova può capitare che nevichi al massimo tre volte durante un inverno – quando finalmente trovi il tasto pause per il film che ti sei fatto in testa, la scelta si riduce a “serata relax in casa”.  
Opzioni:
A – farsi un ape: potresti stapparti una birra avanzata da capodanno, ma è calda.
B -  ordinare una pizza d’istinto egoista, del gusto che ti va, da non condividere con nessuno: ma il ragazzo delle consegne ce le avrà le ciaspole?
C - rivedere il tuo film preferito: il dvd è ancora imballato dal trasloco, forse è nel soppalco, la scala invece è nel ripostiglio, tumulata dietro all’asse da stiro e lo stendibiancheria. Se dovessi cadere dalle scale e perdere i sensi fino all’indomani chi mi cercherebbe? Tre tacche di batteria. E se mi spacco una gamba? Ho la canotta scoordinata. Il progetto  viene messo momentaneamente in quarantena.
D - sparire nella vasca fumante per 75 minuti con il totale monte sali da bagno ricevuti in regalo nell’arco di  tre traslochi di case con doccia.

MrsH fissa il vuoto con un’aria branzinata  intanto che l’impulso elettrico generato nel cranio sposti il piede destro dal non meglio definito oggetto che ne spunta da sotto.
Uh.
Eccheèh?
Un gormito dei fiumi.
Mmh. Dov’è andata la scatola dei gormiti?
Ah, là.
MrsHyde riprende il moto di default,  in mamy-mode.
Al dodicesimo nevrotico giro di ricognizione, non del tutto convinta della ricomposta normalità post-bellica, sospira, guarda l’ora.
E forse forse.
Forse un po’ le manca.
Poco, però.
Sbadiglia e se ne va a letto.
Che intanto domani l’aspetta una feroce emicrania da overdose di psicotropa libertà...