mercoledì 7 dicembre 2011

archivio

trash-endentale
bruno mouron e pascal rostain sono due furbacchioni che mi han rubato il cuore oggi.
fotografando la spazzatura delle star, rovistano nei vizi e le virtù degli dei dei nostri giorni, sbattendoli a puzzare sotto il naso di noi mortali  sognatori.
va da se che farei carte false per avere una delle loro opere, ma non so davvero chi mi dovrei trombare.
per la serie "parliamoci chiaro alex, cara, cazzo ti credi di essere" inevitabile che io ficchi il naso nella mia pattumiera da poveraccia (e pure stronza) che non fa la differenziata.
così, giusto per sentirmi un pò una sciura Ciccone de noatri, più dolce e remissiva, però.
salta fuori che sarei più un Jack Nicolson.
se quel granffigo c'avesse avuto le mestruazioni.

miss Primavera 2007
ok - se bella vuoi apparire un poco devi soffrire.
ho finito il cambio degli armadi, che dopo il trascinamento dei 25 kg di stallatico per il giardino questa settimana, rappresenta il secondo round in calendario verso la conquista del titolo "Femmina-che-respira Autosufficiente 2007".
avrei preferito sostituire una gomma o montare le catene.
ma quest'anno è andata così.
io non posseggo armadi,  non avendo amanti da doverci nascondere dentro.
ho una stanza dedicata, non avendo nemmeno marmocchi, allestita con gli arredi in ferro battuto rilevati da una deliziosa boutique, quando diventò un negozio di dischi heavymetal, e un claustrofobico soppalco dove stivare ciò che non è appeso.
sono uno straccio, puzzo, ho la schiena a pezzi, una fame dalupomarsicano e una montagna di roba da stirare.
forse era meglio concorrere per "Femmina-che-pensa e se ne fotte dei vestiti 2007"
ma al terzo fallimentare tentativo di configurare la mia posta elettronica oggi mi son dovuta arrendere all'evidenza, che forse adesso mi toccherà pure tingermi i capelli...
grrrazie.


torna il silenzio.
mi aiuta a pensare.
un altro tassello.
un altro spintone.
e rincomincio a parlare.

sblop-opera
ma come si fa a (man)tenere un blog decente se non si è disperati?
sono viziata - lo ammetto - ora c'ho pure il pc a casa, non ci dovrebbero esser scuse.
ho rubato ore e neuroni al lavoro per mesi per sbrodolare le mie penucce d'amore e di vita.
sotto natale la mia produzione  di  sofferenza scritta ha raggiunto livelli leopardiani per umorismo, dostojevskiani per quantità e da "tv sorrisi e canzoni" per buoni propositi  e  punteggiatura. (il lessico mio è rimasto lo stesso: un misto dal "corriere mercantile"  e "cioè" - un evergreen, nel senso che non so se lo pubblicano ancora, ma io parlo così)
e invece di postare dei cazzi miei ora passo le sere a spiare le crocifissioni quotidiane del resto della blogsfera (di solito dopo aver provato un paio di volte a configurare la posta elettronica, così per tirarmi su).
ho schivato il grande fratello con ostinazione e fortuna, saltando e spostando qualche cena qua e là.
e mi ritrovo irrimediabilmente catturata dalle vite di chi non avrà probabilmente mai un volto, travolta da lacrime asciutte e dignitose, nella loro traccia a ghirigori (dannazione la volete smettere di usare sfondi catarifrangenti!)  mi perdo, come se potessi allungare la punta delle dita e bagnarle sullo schermo  toccandoli, quegli occhi che hanno scritto, con l'acqua, il sale e la saliva che tenevano allacciate persone e pensieri, senza tempo.
sta roba mi fa peggio delle droghe pesanti, peggio delle repliche di  "chi l'ha visto" o "c'è post(a) per te".
alla fine mi sento male, per loro (che nel frattempo magari si son sposati e han tre figli che lavorano in banca)
e per me.
perchè io non sto così male.
non c'ho un cazzo da stare male in fondo.
e quindi non posterò mai così.
penso che andrò a darmi una martellata su un dito.
magari con un'unghia spezzata scrivo meno vaccate.

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