giovedì 1 dicembre 2011

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la ballata dello stercoraro triste
Questa signori è la ballata dello stercoraro triste
Che non  ci crede che anche l’amore con l’a minuscola esiste
Spinge la sua palla (di merda) su su fino alla vetta
E a nessuno dei suoi amici fidanzati vuole dare retta
Questa è la storia dello stercoraro che vuole stare solo
Il suo cuore diffidente vorrebbe tanto spiccare il volo
Ma ogni volta quello ricade giù nella valle
E ogni volta stesso giramento di balle
E’anche la novella dello stercoraro sfiduciato
Che è disilluso perché in passato si è bruciato
E non ha ancora voglia di cercare la tipa
Con cui provare a non sentire più peso e fatica
Il peso di spingere la sua palletta di cacca
Gli fa pensare di mandare tutto in vacca
E anche quando gli dicono di non disperare
A lui gli viene solo da mandarli  a cagare
Scorpioni fuochisti ragni e scarafaggi
E pure i mosconi che stan nei paraggi
Han tutti la loro dolce metà piena di zampe
Con cui dividere salite discese fossi e rampe
Solo lo stercoraro è sempre ramingo sbronzo e abbandonato
A far giri di bar, ristoranti, disco pub o banchetti del gelato
Manco per una pizzetta, una super frittella mamma mia
Si lascia avvicinare  per un po’ di femminile compagnia
Figuriamoci poi il lunedì contro la derattizzazione
Non vuole nessuno con cui spartire l’emozione
La sensazione di non essere solo al mondo
Quella che ti salva dal raschiare il fondo
Ma questa è anche la storia della stercorara bella
(Dentro magari..) e pure un po’ monella
Che per quanto dolce remissiva e generosa
Non trova nessuno che vuole e che osa
Nessuno che la prenda come viene
Senza menate, legami, anelli  e catene
Con le sere alcoliche o le tranquille passeggiate
Le volte serie, le volte quiete, quelle allegre  o le cazzate
Con i suoi sogni di complici sorrisi, fiducia e affetto
Traditi da un bel paio di antenne in testa e un buco nel petto
Quanto spesso è difficile andare d’accordo
Quanto spesso l’amore è sordo muto e pure orbo
Che con un occhio solo ci si vede proprio male
Ma trovarne due è una fatica porca e madornale
Perchè spesso l’altro occhio cede
Perché spesso l’altro occhio non ci crede
Ma la stercorara forse è ancora più sfigata
Perché oltre che sola è periodicamente menstruata
Nella sua ricerca passa pure per donnaccia
E così oltre al cuore ci rimette la faccia
Forse un giorno in cima alla montagna
Lo stercoraro troverà la sua compagna
E il loro coro risuonerà nell’aria delle vallate
Noi ci amiamo vaffanculo voi e le vostre belinate
Le loro palle di merda lanceranno tutto intorno
Quando arriverà (forse) quel felice giorno
Ma nel frattempo vi assicuro cari illustri calabroni
Che questo giro mi son davvero caduti  i coglioni

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